Molto presto il castello Acquaviva d’Aragona diventerà l’occasione di un percorso suggestivo, tra storia e leggenda, nel passato di Nardò. I 560 mila euro ottenuti grazie al progetto Emoundergrounds, infatti, rendono possibili interventi di promozione, valorizzazione e fruizione dell’immobile, che faranno del castello il centro dell’offerta culturale e turistica della città. Grazie ad ausili tecnologici e informatici, audio-guide, pannelli, realtà aumentata, simulazioni, applicazioni mobili intelligenti, schermi interattivi e proiezioni, i visitatori potranno fare un salto virtuale nel passato trovandosi a tu per tu con duchi e baroni o con prigionieri chiusi nelle segrete.
Un percorso emotivo che ha al centro la figura di Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona, il “Guercio di Puglia”, che era il figlio di Giulio I Acquaviva d’Aragona, conte di Conversano, e di Caterina Acquaviva d’Aragona, duchessa di Nardò, e che nell’estate del 1647 fu inviato dal regno di Napoli a domare la rivolta di Nardò. Gli ambienti interessati saranno le terrazze di due torrioni (il più grande, che si affaccia su via Roma, e quello in corrispondenza del Museo della Città e del Territorio), destinate ad area multifunzionale (spazio per incontri e letture, angolo multimediale e area social) e per bambini, e soprattutto i sotterranei, dove nascerà un vero e proprio itinerario virtuale per scoprire la ricca storia del castello e, in parte, della città (il locale d’ingresso, da via Roma, sarà la “welcome area”).
A tutto questo si comincerà a lavorare prestissimo. Nei giorni scorsi, infatti, alla ditta Gaballo Andrea di Nardò è stata affidata per poco più di 48 mila euro la realizzazione degli interventi strutturali (pavimenti, superfici, ecc.) connessi al percorso nei sotterranei e sulle terrazze, cui si aggiungono alcune opere migliorative, come la sistemazione della scala di collegamento tra il piano interrato ed il cortile interno al castello (di fatto, la realizzazione della parte mancante) e la fornitura e l’installazione degli organi illuminanti negli ambienti interessati dall’intervento. L’aspetto progettuale, invece, è di competenza del consorzio Cetma (centro di ricerche europeo di tecnologie, design e materiali), cui erano già stati affidati appunto i servizi di assistenza tecnica al project management e progettazione e sviluppo di percorsi tecnologici emozionali innovativi del progetto.
“Il progetto – spiega il vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici Oronzo Capoti – ha un indubbio valore culturale e turistico, che ci consente di rendere concreto un altro, importantissimo, obiettivo della nostra agenda, cioè fare del castello il centro dell’offerta della città. Ma queste sono risorse essenziali anche perché rendiamo fruibili sezioni del castello che sono nascoste e inutilizzate: i sotterranei e le terrazze che recupereranno finalmente una funzionalità e avranno una nuova vita”.
Altri pezzi del mosaico degli interventi previsti riguardano la fornitura degli arredi per gli allestimenti dei percorsi nei sotterranei e negli spazi esterni (cioè terrazze e cortile interno), affidati a Katia Arreda Casa di Nardò per circa 26 mila euro; la fornitura delle dotazioni tecnologiche dei percorsi, affidata alla società Magitek di Nardò per circa 48 mila euro; nonché, i servizi di analisi di fonti di letteratura e studi scientifici e storico/culturali, utili alla ideazione e strutturazione dei percorsi, affidati agli architetti Roberta Biscozzo, Tommaso Greci e Giovanni De Cupertinis (che coadiuveranno anche nell’attività di allestimento) per complessivi 10 mila e 500 euro. Gli interventi e le azioni previsti sono stati messi a punto e saranno realizzati d’intesa con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio.
“La nostra offerta culturale e turistica – dicono l’assessore alla Cultura Ettore Tollemeto e l’assessore al Turismo Giulia Puglia – farà un salto di qualità. Con Emoundergrounds e quindi con la storia del castello e di Nardò, costruiamo un nuovo e originale motivo di attrazione, fornendo al visitatore un pretesto eccezionale per entrare più profondamente nel contesto della città e per conoscerla meglio. Ancora una volta possiamo contare su risorse che hanno un valore strategico e che l’amministrazione è riuscita ad ottenere con la solita, eccellente, capacità di programmazione e progettazione. Il castello è un luogo magico ed è anche una esperienza molto positiva di valorizzazione e fruizione del patrimonio, come accade in altre città. Mentre gli altri raggiungevano questi obiettivi, noi nei decenni scorsi guardavamo impotenti. Oggi, finalmente, potremo tutti scendere nei sotterranei oppure stare seduti comodamente sui torrioni a scoprire con le tecnologie più avanzate storie e leggende del castello e uno spaccato della storia di Nardò”.
Costruito sotto il ducato degli Acquaviva d’Aragona nel XV secolo, il castello ha un impianto quadrangolare con tre torrioni circolari e uno a mandorla. Era circondato da un fossato che fu colmato agli inizi del ‘900, salvo per il lato attiguo alla Villa Comunale. Fa parte di una serie di castelli aragonesi della fine del 1400 per la difesa della Terra d’Otranto dopo l’attacco del 1480 nella città idruntina e la presa di Gallipoli del 1484. Con le leggi napoleoniche venne sottratto alla casata degli Acquaviva e passò al demanio del Regno per poi essere acquistato dai baroni Personè alla metà dell’Ottocento. Nel 1933 fu venduto al Comune di Nardò per 78 mila lire.
Emoundergrounds (“emotional undergrounds”, sotterranei emozionali) vede Nardò capofila di una rete internazionale di infrastrutture culturali e rientra nel programma di cooperazione europea Interreg V-B Adriatic-Ionian 2014-2020. Riguarda dieci partner di progetto e cinque partner associati tra Italia, Grecia, Croazia, Slovenia, Albania, Montenegro, Bosnia-Erzegovina. I primi sono, oltre al Comune di Nardò, i Comuni di Carpi (Modena), Andravida-Kyllini (Grecia), Ivancna Gorica (Slovenia) e Kukes (Albania), l’agenzia di sviluppo di Rijeka “Porin” (Croazia), l’istituto pubblico “Fortezza della Cultura” di Sibenik (Croazia), il centro regionale di sviluppo di Koper (Slovenia), l’organizzazione del turismo del Comune di Bar (Montenegro) e l’agenzia per lo sviluppo delle piccole e medie imprese di Trebinje (Bosnia-Erzegovina). I secondi sono la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi, Lecce e Taranto, la Fondazione Forte Marghera del Veneto, l’ente turistico di Rijeka (Croazia), il Comune di Komen (Slovenia) e il centro della cultura di Bar (Montenegro). Il progetto, finanziato con 2,8 milioni di euro (di cui 560 mila per Nardò), punta a sfruttare il fascino intramontabile di luoghi segreti e il mistero restituito da anguste stanze e bui corridoi del piano interrato di un maniero.
Il castello di Nardò, uno dei dieci attrattori culturali valorizzati (castelli, fortezze e altri edifici con sotterranei), completerà così il suo percorso verso la dimensione di contenitore culturale e struttura d’attrazione turistica. Oggi, oltre a ospitare alcuni uffici comunali (aula consiliare, protocollo, segreteria, staff del sindaco, Ced), è sede di diversi attrattori culturali: mostra permanente dedicata a Vittorio Bodini, Museo della Civiltà Contadina e delle Tradizioni Popolari, Museo della Città e del Territorio, Museo della Speleologia e del Sottosuolo, Museo “Luigi Stifani”.