Ha agito nella piena legittimità e osservando correttamente le regole il presidente del Consiglio comunale Andrea Giuranna quando, ad ottobre del 2019, non ha proceduto alla convocazione di una seduta del Consiglio sul tema della “revoca in autotutela del bando di gara per l’affidamento del servizio di trasporto scolastico”.
Lo ha stabilito il prefetto di Lecce Maria Rosaria Trio, rispondendo ai consiglieri di minoranza che avevano chiesto la seduta (come detto, negata) e poi si erano rivolti al capo della Prefettura chiedendo di sostituirsi al presidente del Consiglio e di convocare la seduta ai sensi del comma 2 dell’art. 39 del Tuel.
La nota di chiarimento giunta oggi al protocollo del Comune di Nardò e indirizzata ai consiglieri Lorenzo Siciliano, Daniele Piccione, Paola Mita, Carlo Falangone, Antonio Vaglio, Giancarlo Marinaci, Gigi Venneri, Paolo Arturo Maccagnano, Roberto My, riporta (per conoscenza) tra i destinatari anche il deputato del Movimento 5 Stelle Leonardo Donno, che parimenti aveva sollecitato il Prefetto a esercitare il potere sostitutivo.
Il presidente Giuranna, all’epoca, motivò il rifiuto a convocare la seduta riferendosi al fatto che l’oggetto della richiesta coinvolgeva materie manifestatamente estranee alla competenza del Consiglio.
“Le più recenti pronunce giurisprudenziali, richiamate in numerosi pareri resi dal Ministero dell’Interno – scrive il Prefetto – si muovono nell’ambito di una consolidata interpretazione dell’art. 39, comma 2, del Tuel, secondo cui le richieste di convocazione straordinaria del Consiglio sono ammissibili soltanto qualora siano finalizzate all’assunzione di determinazioni di competenza dello stesso”.
In sostanza, il Presidente del Consiglio, oltre alla verifica formale della regolarità della richiesta di convocazione, non può sindacare l’oggetto della stessa salvo che non si tratti di oggetto illecito, impossibile o per legge manifestatamente estraneo alla competenza dell’assemblea. Di conseguenza, non ci sono gli estremi perché il Prefetto convochi la seduta del Consiglio sostituendosi al presidente dell’assise.
“Come previsto – commenta Andrea Giuranna – Sua Eccellenza, il prefetto Maria Rosaria Trio, ha bocciato la richiesta dell’opposizione, raccolta poi dall’onorevole Donno. Una richiesta pretestuosa e assurda quella di convocare il Consiglio per revocare un atto prettamente dirigenziale, così come ancora più pretestuoso e risibile è risultato il sollecito alla prefettura conseguente al mio diniego. Invocando incredibilmente una norma che nella sua formulazione è chiarissima e arrogandosi una prerogativa inesistente. Insomma, una figuraccia in piena regola. Non è la prima volta, peraltro, che i consiglieri di opposizione pretendono che l’assise si occupi di atti di competenza della giunta o di un dirigente, “forti” dell’avallo di sedicenti grandi giuristi della città. E non è la prima volta che condiscono i miei rifiuti con insulti personali, accuse di incompetenza o di esercizio arbitrario della mia funzione. La nota della prefettura, se non mi risarcisce delle offese, dimostra chi piuttosto dovrebbe interrogarsi sulla propria competenza o, per lo meno, sul proprio stato confusionario. A Nardò come a Montecitorio”