Il centro storico di Nardò, che possiede un patrimonio storico e culturale di straordinaria entità, dove è evidente un forte contrasto tra la ricchezza della storia e l’incuria della bellezza, è stato, in questi cinque anni di amministrazione, ignorato e dimenticato.

Dopo un periodo di rinascita favorito dagli stranieri che hanno investito nella nostra città, dai privati che hanno messo in campo le proprie risorse, dall’organizzazione di eventi di un certo spessore culturale che invitavano a Nardò gente da tutta la Puglia, creando cosi un turismo qualificato, ora, dopo  5 anni di amministrazione sbagliata, il nostro centro storico ha subìto una notevole dequalificazione, un’involuzione che si è nutrita di non curanze e di usi impropri degli spazi, così come va deteriorandosi l’attrattiva turistica, della quale, il centro storico, dovrebbe essere diretta espressione, che rischia di trasformare Nardò, da città d’arte in un “villaggio vacanze” di seconda categoria.

C’è un’assenza totale di promozione del nostro centro, dalla cura dell’ambiente al turismo, dalla rivalutazione degli spazi urbani alla crescita economica. Sono tanti gli elementi che non sono mai stati sottoposti ad un’attenzione adeguata e che affronta, ogni giorno, i rischi di una perdita di centralità nelle strategie di crescita territoriali.

Un bene preziosissimo da salvaguardare che, invece, a causa del disinteresse del governo cittadino, è stato abbandonato a se stesso. 

NON sono stati capaci di fare evolvere tanta bellezza per assenza di progetti, per mancanza di senso dell’impresa, per deficienza di competenze e incapacità a capire cos’ è una “città d’arte”. Grazie a loro si va avanti con una politica “consolatoria”, che si nasconde dietro l’indiscutibile fascino del nostro centro, ma che ha reso statico un gioiello dalle potenzialità invidiabili. Bisogna impedire che il nostro centro diventi un luogo in cui tutte le azioni che portano “il nuovo” vengano congelate. E’ necessario favorire la vita in questo luogo e soprattutto insegnare ad usarlo sempre a beneficio dei cittadini e dei nostri ospiti.

NON sono stati capaci di colmare un vuoto culturale che ci allontana sempre di più da tutte le altre città culturali d’Italia.

NON hanno mai studiato un percorso di rivalutazione urbanistica ed economicamente vantaggiosa e sostenibile che avrebbe potuto garantire al nostro centro di trovare nuova vita tra le “pieghe del tempo”, magari facendo attenzione alla sua fruibilità, volano utile per innescare azioni per la valorizzazione e riqualificazione sia in termini di vivibilità che di potenziamento economico.

NON c’è stata una rivalutazione della zona storica con conseguente vivibilità per i cittadini dovuta ad una totale assenza dei servizi utili all’ampliamento dell’offerta ricettiva anche per i turisti.

NON hanno mai pensato alla nostra città come una giusta cornice in cui far crescere il commercio di qualità, capace di portare tradizione, creatività e innovazione a piani più elevati, tali da rendere ancora più attraenti i nostri spazi urbani, magari aiutando le attività commerciali con l’esenzione dal pagamento delle tasse locali.

In uno scenario in cui tutto sembra deporre a sfavore della città è il caso di impegnarsi nella realizzazione di progetti e strategie che possano rivitalizzare la città e orientare positivamente il suo sviluppo.

“Dopo aver definito la rotta, si intraprende il viaggio, durante il quale bisogna sempre aggiustare e manutenere la nave perché tenga il mare”.