Una città femminile, plurale e dotata di un piano strategico per le pari opportunità. Questo l’obiettivo di Wonder Woman, progetto dell’assessorato alle Pari Opportunità del valore di novemila euro, finanziato da Anci Puglia (con seimila euro, ai quali si aggiungerà la quota di cofinanziamento comunale).
A cosa serve il progetto? A sviluppare, innanzitutto, un sistema di raccolta e analisi di Big Data, utile a elaborare strategie mirate a valutare l’impatto delle politiche di genere nella struttura sociale territoriale, con particolare riferimento al mondo del lavoro (l’idea è quella di prendere in esame il mondo delle imprese). Saranno attivati, inoltre, corsi di formazione per risolvere lo squilibrio determinato dalla minore qualità dell’occupazione femminile (mansioni, posizioni, salari, ecc.), favorendo l’integrazione delle donne, aumentando e sostenendo la presenza femminile in tutte le sfere della società. In questo senso, è previsto un approfondimento sugli sgravi previsti per le aziende che dimostrano un’attenzione alle pari opportunità. Saranno organizzati anche workshop e corsi mirati a ripensare il mondo del lavoro in un’ottica più “egualitaria”, mettendo in discussione i tradizionali schemi legati alle modalità di lavoro ad orari fissi e incentivando il lavoro per obiettivi, mirato al raggiungimento di posizioni apicali da parte della donna. Infine, sono previsti incontri con esperti di finanza agevolata (Invitalia, Pugliasviluppo, misure europee) al fine di favorire l’apertura di nuove imprese da parte di donne o società a maggioranza femminile.
Wonder woman contribuirà, insomma, alla costruzione di una economia declinata anche al femminile, al riequilibrio delle rappresentanze tra uomini e donne in tutti i luoghi decisionali del territorio, a sensibilizzare sulla parità di accesso al lavoro e ai servizi, sulle libertà e i diritti, aprendo veri e propri “cantieri” che consentano di svecchiare i rapporti sociali.
“Sono molto orgogliosa di un progetto – spiega l’assessora alle Pari Opportunità Sara D’Ostuni – che in modo molto concreto “aggredisce” il gender gap. Lo fa con il metodo innovativo dell’analisi del territorio e del sistema produttivo locale finalizzata alla creazione di una banca dati che faccia emergere le disuguaglianze. Tutta la Puglia paga ancora un divario di genere molto preoccupante, che ad esempio penalizza le madri lavoratrici, impedisce alle donne di raggiungere posizioni apicali e decisionali nei contesti aziendali, strozza competenze e talenti. Avremo la possibilità di fare un’analisi di contesto e di organizzare corsi e incontri molti utili”.